sabato 16 aprile 2011

RESTIAMO UMANI....

RESTIAMO UMANI. E SE HO ANCORA LA FORZA DI RACCONTARE DELLA LORO FINE E' PERCHE' VOGLIO RENDERE GIUSTIZIA A CHI NON HA PIU' VOCE, FORSE, A CHI NON HA MAI AVUTO ORECCHIE PER ASCOLTARE" 


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IL POPOLO PALESTINESE RENDE OMAGGIO A VITTORIO ARRIGONI



mercoledì 13 aprile 2011

Il sonno dell'Europa

Cos’è l’Europa? Interrogando l’oracolo e tralasciandoci alle spalle possibili definizioni di geografia e quant’altro, cercare di rispondere a questa domanda sembra quasi impossibile. Ecco riaffiorare le crepe del muro europeo e innalzare frontiere là dove fino all’altro ieri non c’erano. Dando uno sguardo alla stampa nazionale e alla querelle degli ultimi giorni, improvvisamente una verità tra le mille storie di quegli uomini che si sono affidati alle acque del Mare Nostrum, affiora come i corpi di chi sta perdendo la vita: “La tempesta di questi giorni ripropone un problema che l`Unione Europea ha sempre rifiutato di affrontare, cioè il problema del Mediterraneo”, ha scritto Romano Prodi su Il Messaggero del 2 marzo.
Nonostante i continui appelli fatti, (Francisco Javier Solana: “E’ il momento di ridare impulso alla politica euromediterranea, non c`è tempo da perdere”, Napolitano: “Europa non faccia orecchio da mercante”, Cezary Lewanowicz: “Quello dell’immigrazione è un problema comune”, Frattini: “Ue rispetti le nostre leggi", per citarne alcuni”), la politica mediterranea e in primis il problema immigrazione continua a restare la nota dolente dell’Unione europea o LA GRANDE AMNESIA DELL’EUROPA, come sostiene Romano Prodi.
Tra lettere, dichiarazioni e permessi, gli immigrati continuano a sbarcare e l’Europa ignora il Mediterraneo.
CONDURRE L'EUROPA NEL XXI SECOLO

Il trattato di Lisbona è stato venduto all`opinione pubblica europea come il pilastro fondante della nuova politica estera comune. È triste doversi accorgere che, anche di fronte ad un evento storico così importante e che ci tocca così da vicino, la politica estera europea non esiste”, continua Prodi.
A guardare il sito dell’Unione europea sembrerebbe che il continente sia una fucina di idee e di futuro. Il trattato, in sintesi, ha gli scopi più nobili peccato che però siano solo sulla carta. “Un’Europa più democratica e trasparente, che rafforza il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, offre ai cittadini maggiori possibilità di far sentire la loro voce e chiarisce la ripartizione delle competenze a livello europeo e nazionale”. “Un’Europa di diritti e valori, di libertà, solidarietà e sicurezza, che promuove i valori dell’Unione, integra la Carta dei diritti fondamentali nel diritto primario europeo, prevede nuovi meccanismi di solidarietà e garantisce una migliore protezione dei cittadini europei”. La parola principale è “solidarietà” infatti si legge: “Solidarietà tra gli Stati membri: il trattato di Lisbona dispone che l'Unione e gli Stati membri sono tenuti ad agire congiuntamente in uno spirito di solidarietà se un paese dell’UE è oggetto di un attacco terroristico o vittima di una calamità naturale o provocata dall'uomo”. Un’Europa protagonista sulla scena internazionale?

UNIONE PER IL MEDITERRANEO: L’OPERA INCOMPIUTA
Tra gli intenti decantati, l’ Unione per il Mediterraneo doveva essere il grande “Deus ex machina”. Avrebbe potuto e avrebbe dovuto trasformare l’area mediterranea in una zona di sviluppo, un ponte concreto di conoscenza e dialogo tra Sponda Nord e Sponda Sud. Inutile sottolineare il silenzio assordante, le parole non dette e i fatti non fatti. Resta ancora da capire quando si risveglierà dal sonno e quale voce in capitolo avrà…da coro o da solista?
LA STAMPA ESTERA E L’EMERGENZA IMMIGRAZIONE

Ma come è descritta l’Europa dai principali quotidiani internazionali? Senza ombra di dubbio la parola che nell’ultimo anno è risaltata più volte in prima pagina è stata “crisi”. Partendo dalla Grecia e finendo in Portogallo, quasi la maggior parte degli articoli pubblicati negli ultimi mesi o anni, hanno messo in risalto i vari deficit economici che hanno colpito il continente europeo. Ma non basta solo la crisi a riempire i giornali. A dar man forte alle notizie da bollettino nero, si aggiunge un’altra vecchia-moderna parola: “emigrazione”. Gridando all’emergenza (che esiste e nessuno vuol negare), i più importanti giornali europei e non, sottolineano l’incapacità italiana e le difficoltà del governo Berlusconi nel gestire l’emergenza immigrazione.

Le tensioni tra i due paesi (Italia e Francia, ndr) sono aumentati negli ultimi giorni, soprattutto perché l'Italia ha iniziato a concedere permessi di soggiorno temporanei agli immigrati per muoversi liberamente nello spazio Schengen. Non è un problema che riguarda solo questi due Stati, ma richiede "una soluzione europea””, scrive in prima pagina il quotidiano spagnolo El Mundo. Tutti denunciano ma nessuno fa niente. L’Italia è vista con sospetto: i permessi temporanei non sono ben voluti in primis da Francia e Germania. La “patata bollente” sembrerebbe unicamente italiana, invece si potrebbe quasi sostenere che il petrolio è di tutti. Della stessa opinione è anche il primo ministro polacco, Donald Tusk, che ha denunciato l’ "ipocrisia" della UE nel caso Libia. In un’intervista apparsa sul quotidiano francese Le Monde a proposito della Libia, Tusk afferma: “Due pesi, due misure. L'idea è che l'UE intervenga solo quando interessi petroliferi sono in gioco. Se si vuole proteggere le persone contro la repressione, i dittatori, il carcere, le torture, questa regola deve essere universale e applicata non solo quando è comodo, facile e redditizio”. Ma l’immigrazione non è torta da dividere…
Capace o non capace, interessi o non interessi, l’Europa appare agli occhi di tutti disfatta e disorientata in materia di politica estera comune, soprattutto mediterranea. Cambierà qualcosa dopo questa cecità?
In attesa di altre dichiarazioni e forse possibili soluzioni, queste sono le immagini di chi una casa non sa più che sia e di uomini ai confini di Paesi del fronte maghrebino e di quello libico-egiziano: qui, forse, si sogna l’Europa e nessuno si chiede cosa sia o cosa faccia o non faccia per loro…

mercoledì 6 aprile 2011

Primavera a Bengasi

Libia; Storie di torture e stupri degli uomini di Gheddafi


TRIPOLI- Al-Eman Obeidy, è la donna coraggio che ha avuto la forza di denunciare qualche settimana fa la violenza subita dalle forze fedeli al leader Gheddafi. Ha raccontato la sua storia straziante ai giornalisti mostrando le ferite di un orrore che non potrà mai definirsi “umano”. Ma la testimonianza di questa donna non è l’unica. Come lei, anche molti uomini raccontano ai giornalisti presenti in Libia le violenze e le torture subite dagli uomini di Gheddafi.
Secondo un recente rapporto di un medico di Ajdabiya, pillole di viagra e preservativi sono stati trovati nelle tasche delle milizie del rais. “Questo, sostiene il medico, è un forte segnale che, sistematicamente le forze di Gheddafi utilizzano lo stupro come strumento di guerra".